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Qualche chiarimento sulle mascherine per proteggersi dal Covid-19 scritto da un operatore a rischio

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Buongiorno caro lettore e benvenuto in questo nuovo articolo in cui parleremo dell’odontoiatria post-Coronavirus. Nei precedenti articoli, come questo, abbiamo parlato del Coronavirus, di come avviene il contagio e abbiamo dato alcune definizioni di termini come aerosol, splatter e droplet.

Per poter proseguire il discorso è opportuno rivedere un attimo le definizioni:

  • Con aerosol, o meglio airborne, si intende il rilascio del virus nell’aria in particelle di piccole dimensioni (sotto i 50 micron). Queste particelle sono le più insidiose in quanto possono permanere nell’aria diverse ore o possono diffondersi con facilità nell’ambiente.
  • Con splatter si intendono le particelle di più grandi dimensioni, oltre i 50 micron, che vengono emesse con forza nell’aria, ad esempio con la tosse o gli starnuti. Lo splatter è soggetto a gravità e per questo motivo è meno insidioso dell’airborne in quanto le goccioline, essendo pesanti, si depositano il prima possibile con una traiettoria parabolica. Tuttavia bisogna prestare attenzione all’eventuale deposito delle particelle nelle superfici, dove il virus può permanere per tempi piuttosto variabili.
  • Con droplet si intendono invece più in generale le goccioline che possono essere emanate parlando a voce alta, con la tosse o con gli starnuti. La distanza di sicurezza dai droplet è stata fissata in 1,8 m ma al momento ci son dati contrastanti;

Ma perché abbiamo degli studi contrastanti? Per un motivo molto semplice. Le particelle emesse quando si starnutisce si suddividono in diverse componenti: abbiamo una prima frazione che è il cosiddetto splatter che precipita immediatamente, una seconda frazione, l’aerosol, che può rimanere in giro ed essere trasportato dal vento o peggio ancora, evaporare e rilasciare dei nuclei di particelle virali di più piccole dimensioni che possono arrivare sino a 8 metri (l’airborne). Questo è stato confermato da alcuni studi in cui son stati inseriti dei traccianti per colorare e seguire la direzione delle particelle. Ecco spiegata, almeno in parte, la discordanza fra i diversi dati presenti in letteratura.

Ricapitolando: 1,5 metri di distanza per il parlare a voce alta, circa 2 metri per i colpi di tosse (la distanza droplet di 1,8 metri nasce da qui) e purtroppo sino ad 8 metri per uno starnuto. Non è stata dimostrata la contagiosità del virus attraverso l’aerosol se non per quello prodotto da alcune procedure mediche come l’intubazione, il tampone con cui si diagnostica il virus stesso, la tracheotomia o la ventilazione forzata (Rapporto ISS COVID 19 N.2/2020 Rev. Aggiornato al 28 Marzo 2020). In assenza di altri studi, bisognerà comunque prestare parecchia attenzione a tutte queste procedure. Dallo stesso rapporto infatti emerge la permanenza del virus nell’aria per 3 ore.

Veniamo quindi al dentista e alle sue prestazioni.

La discriminante principale con cui si può definire una prestazione odontoiatrica a rischio o no è proprio la generazione di aerosol. Infatti è proprio quest’ultimo che diffondendosi nell’aria si potrebbe depositare nelle varie superfici o peggio rimanere nell’aria. Tutte le prestazioni che non producono aerosol sono invece fortemente limitate nella loro possibilità di sviluppare il contagio. Ma quali sono le prestazioni considerate meno sicure?

Tengo a precisare che per il momento il dentista può trattare solo le urgenze e ci saranno le novità dopo il 4 Maggio. Le normative sono in continuo sviluppo e ci potrebbero essere novità in qualsiasi momento.

Detto questo, ho deciso per comodità di dividere queste prestazioni in 3 categorie, un po’ come i colori del semaforo: verde, giallo e rosso.

Le prestazioni verdi sono quelle più sicure, rapide e che non producono alcun aerosol, le gialle non dovrebbero produrre aerosol o far evaporare virus ma sono prolungate nel tempo, infine le rosse sono le prestazioni che producono sicuramente aerosol. Partiamo da queste ultime.

Le prestazioni da semaforo rosso sono tutte le prestazioni in cui è richiesta la turbina ad alto numero di giri. Fra queste ricordiamo le detartrase (pulizia dei denti), le otturazioni, le devitalizzazioni.

Alcune di queste prestazioni potrebbero avere un carattere di urgenza, mentre altre meno. Di sicuro la detartrase, oltre a produrre aerosol mediante le vibrazioni ed il rilascio di acqua da irrigazione dall’ablatore, non ha carattere di urgenza e quindi può essere rinviata senza problemi. Inoltre essa rischia di produrre una quantità ancora maggiore di aerosol quando si va ad utilizzare il getto di bicarbonato ad alta pressione per l’eliminazione delle macchie dentali. Di sicuro quindi le pulizie dei denti sono nel pieno del semaforo rosso. Una piccola nota: non sto dicendo che non sia importante la detartrase. L’igiene dentale è importante e va effettuata in maniera professionale da una a quattro volte all’anno, purtroppo adesso però abbiamo questa situazione e siamo in attesa di una maggiore sicurezza.

Le otturazioni che richiedono poco o nessun utilizzo della turbina, come la ricostruzione dei colletti, dovrebbero generare meno aerosol. La situazione va valutata caso per caso e in alcune circostanze potrebbero rientrare nel semaforo giallo.

Nelle prestazioni gialle rientrano invece tutte quelle che non generano aerosol ma che possono essere prolungate. Sono prestazioni che vanno valutate di volta in volta. Rientrano in questa categoria le estrazioni, la chirurgia, l’implantologia. Con le estrazioni bisogna prestare attenzione a non utilizzare la turbina. Un eventuale utilizzo di essa, ad esempio per separare le radici o per eseguire una osteotomia potrebbe renderle più a rischio. Spetta al clinico la valutazione dell’eventuale difficoltà previo esame radiografico quale la panoramica. L’ortodonzia merita un discorso a parte in quanto disciplina molto vasta: dipende quindi dal tipo di seduta che si deve fare. Uno sbandaggio ad esempio di sicuro è una procedura lunga che richiede tempo e mi sento di annoverarla nel giallo. Un semplice controllo mensile potrebbe rientrare nelle procedure del semaforo verde.

Nelle prestazioni verdi rientrano di sicuro le prove della protesi totale (dentiere), gli scheletrati, la prova di eventuali corone e denti e le prove delle dime chirurgiche, la consegna degli allineatori invisibili, i controlli rapidi per la guarigione di un sito chirurgico, le panoramiche, i bite, le tac dentali e la rimozione dei punti di sutura.

Una nota a parte meritano invece le prime visite. Purtroppo per il primo periodo andrà completamente rivisto il modo in cui le persone potranno accedere agli studi. Non ci si potrà recare senza aver prima prenotato un appuntamento in quanto la sala d’attesa dovrà essere sempre vuota o avere al massimo una persona alla volta. Questo permette di limitare il contagio e di permettere al personale di eseguire le principali manovre di igiene e sanificazione della sala d’attesa. Spetta al buonsenso del paziente seguire questa procedura e soprattutto non recarsi allo studio o non prenotare alcuna visita in presenza di sintomatologia che si può ricondurre al Covid-19 quale febbre alta, tosse secca o altri sintomi parainfluenzali.

Ovviamente oltre a queste verranno prese diverse altre precauzioni come la procedura di triage telefonico. Dopo aver letto circa 200 studi scientifici posso dire che le linee guida sono tantissime e si stanno ultimando diversi protocolli che verranno rilasciati in questi giorni. Questi protocolli saranno oggetto di altri articoli. Per il momento possiamo anticipare la sanificazione degli ambienti, i dispositivi di protezione individuale, le strategie per abbassare la carica virale e i test sierologici che probabilmente saranno disponibili negli studi.

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