Buongiorno caro lettore, qui è Dottor Andrea Lampis ed in questo nuovo articolo parlerò di un argomento molto interessante che riguarda la tua estetica.
Dopo aver parlato per diverso tempo del Coronavirus adesso è il momento di passare a qualcosa di più leggero. Più nello specifico parlerò dello sbiancamento dentale.
Mi occupo dell’estetica del sorriso da diverso tempo e ho avuto modo di conoscere diverse tipologie di prodotti sbiancanti, sia ad uso domiciliare che ad uso professionale.
Purtroppo però vedo che in giro c’è molta confusione sull’argomento e spesso la gente cade vittima di alcuni prodotti poco raccomandabili e di dubbia efficacia.
Proprio per questo motivo ho deciso di creare una serie di articoli sullo sbiancamento rispondendo alle domande che mi vengono poste più frequentemente dai pazienti.
Iniziamo da un concetto fondamentale.
Prima di tutto diciamo che cosa non è.
Molti pazienti pensano che la pulizia dei denti sbianchi i denti. In realtà quello che si riesce a fare con questo trattamento grazie all’uso del bicarbonato ad alta pressione è uno smacchiamento dentale: un trattamento superficiale che elimina solamente le macchie esterne dovute alle abitudini alimentari quali uso di caffè, tè, vino ed altri cibi che contengono pigmenti ecc.
Parlare di sbiancamento significa invece intervenire su un’alterazione del colore presente all’interno del dente, che viene definita discromia dentale, per eliminarla e così modificare il colore del dente.
Queste discromie intrinseche (interne) sono incorporate nella struttura dentale e per essere rimosse devono essere raggiunte da delle sostanze che penetrano nel dente.
Per eliminare le discromie interne si utilizzano dei principi attivi a base di perossidi come il perossido di carbammide o il perossido di idrogeno, la cui concentrazione cambia a seconda del metodo di applicazione.
Per lo sbiancamento domiciliare (cioè da fare in casa) si usano prodotti a bassa concentrazione.
Per quello di tipo professionale (da fare in studio sotto controllo dell’odontoiatra o dell’igienista) si usano invece prodotti ad alta concentrazione (sino al 35%) destinati allo sbiancamento professionale.
Attualmente non esistono altre sostanze in grado di ottenere un risultato significativo sbiancante e inoltre la legge vieta la vendita di prodotti sbiancanti a “libero uso” che contengono concentrazione di perossido di idrogeno superiore allo 0,1%. I prodotti utilizzati dal dentista sono quindi circa 300 volte più concentrati di quelli acquistati su Internet o in farmacia. Questo singolo dato può bastare a spiegare la differenza fra uno “sbiancamento” effettuato con un prodotto pubblicizzato su internet ed uno effettuato in studio.
I dentifrici sbiancanti che si trovano in commercio, i cosiddetti “Whitening”, non sono dei veri prodotti sbiancanti.
Essi in realtà hanno una azione meccanica di scrub (tipo la maschera facciale coi pallini) che, con l’aiuto di agenti chimici, aiuta a eliminare le macchie esterne causate dal consumo di caffè, tè, vino e liquirizia.
Nelle diverse formulazioni in commercio possono essere presenti anche altre sostanze arricchite con coloranti che aiutano a ridurre la comparsa delle macchie.
C’è da dire però che la presenza di alcuni agenti quali silice, perlite e fosfati di sodio determina abrasioni (grattature) sulla superficie dello smalto che a lungo andare danneggiano lo smalto stesso assottigliandolo.
In sostanza, questi prodotti, oltre a non avere una vera e propria azione sbiancante possono pure creare danni allo smalto. Per cui consiglio eventualmente di utilizzarli solo per brevi periodi e dietro consiglio di una figura professionale. Con oggi è tutto, se vuoi invece approfondire più in dettaglio lo sbiancamento professionale ti consiglio questo articolo
Grazie alla gentilezza delle nostre assistenti e agli aggiornamenti in psicologia e gestione della paura siamo in grado di rendere gli interventi del tutto atraumatici per bambini e adulti. Andare dal dentista non è mai stato così piacevole!