Blog

Implantologia e diabete: come puoi tornare a sorridere

Blog Post Image

Ciao a tutti da Dottor Andrea Lampis.

Se sei affetto da diabete e vorresti mettere gli impianti sei nel posto giusto.

Nell’articolo di oggi parlerò delle interazioni fra implantologia e diabete.

Devi sapere infatti che non sei il solo ad avere dubbi: diversi pazienti infatti hanno dei dubbi su questa patologia e pensano che col diabete non sia possibile mettere gli impianti.

In questo articolo voglio fare un po’ di chiarezza e risolvere gli eventuali dubbi, andando ad eliminare quelli che sono i luoghi comuni. Iniziamo dall’inizio:

 

Che cos’è il diabete?

 

Il diabete è una patologia che è caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di zucchero nel sangue.

La concentrazione di glucosio nel sangue è detta glicemia e si misura in mg/dl.

Le problematiche di una glicemia elevata sono diverse, così come sono diverse le ripercussioni che il paziente può avere dopo un intervento chirurgico o l’inserimento degli impianti.

Vorrei fare una precisazione: l’insulina è, insieme al glucagone, l’ormone che si occupa di mantenere stabili i livelli di zuccheri nel sangue. Essa ha la funzione di abbassare gli zuccheri nel sangue, mentre il glucagone ha l’obiettivo di innalzarli.

Questi due ormoni si possono considerare i “direttori d’orchestra” della glicemia. Detto questo procediamo.

Il diabete si divide fondamentalmente in due tipologie: diabete di tipo I e diabete di tipo II.

Fig. 1 L’insulina è uno dei farmaci utilizzati dai pazienti diabetici per compensare i livelli di glicemia

Il diabete di tipo I si sviluppa a partire dall’infanzia ed è caratterizzato dalla mancata produzione di insulina. In questo caso infatti le cellule beta presenti nel pancreas non riescono più a produrre questo ormone. Questo significa che è necessario reintegrarlo dall’esterno. Proprio per questo motivo il diabete di tipo I è detto anche insulino-dipendente o giovanile.

Il diabete di tipo II è spesso associato ad obesità e si sviluppa più tardivamente del diabete di tipo I. La cura avviene grazie alla combinazione di più fattori: dieta, attività fisica e utilizzo di farmaci detti ipoglicemizzanti. Solo nei casi più gravi si richiede l’utilizzo di insulina.

La presenza di elevati livelli di zucchero nel sangue determina diversi problemi a livello del corpo: danni ai grandi vasi sanguigni, ai piccoli vasi sanguigni (sino a portare alla cecità), facilità nello sviluppo di infezioni (esemplare è il piede diabetico) e difficoltà nella guarigione delle ferite.

Fig. 2 Gli elevati livelli di glucosio nel sangue sono estremamente dannosi per i pazienti diabetici

 

Ma tutto questo che problemi può creare nell’inserimento degli impianti?

 

I problemi presenti dal punto di vista odontoiatrico nel paziente diabetico sono tre:

1. Il rischio di infezioni batteriche;

2. La difficoltà di guarigione delle ferite;

3. Le complicanze legate alla glicemia.

Iniziamo dal primo problema: i pazienti diabetici presentano una quantità maggiore di glucosio all’interno del sangue. Questo zucchero è un terreno fertile per i batteri e quindi consente ad essi di crescere più velocemente. Sono inoltre frequenti gli episodi di gengiviti e parodontiti.

In questi casi bisogna prestare particolare attenzione alle ferite chirurgiche, che possono andare incontro a sovrainfezione: proprio per questo motivo il paziente diabetico dovrebbe eseguire degli interventi meno invasivi rispetto ai tradizionali e il dentista deve prendere particolari accorgimenti chirurgici.

Nei casi di impianti o estrazioni il dentista dovrà evitare, nel limite del possibile, di scollare dei lembi molto estesi. Il paziente inoltre deve prestare parecchia attenzione alla igiene del sito operato, utilizzando strumenti di rimozione meccanica della placca come lo spazzolino e lo scovolino o utilizzando del collutorio alla clorexidina che aggiunge alla azione meccanica quella chimica.

Fig. 3 I batteri sono dei microrganismi che nel paziente diabetico, a causa del sangue ricco di glucosio, trovano terreno fertile

In secondo luogo il paziente diabetico ha anche una capacità di guarigione più scarsa e il sito coinvolto dall’intervento impiega più tempo a guarire. La capacità di coagulazione è inoltre limitata e sono più frequenti le emorragie. L’intervento di implantologia tradizionale è abbastanza invasivo e nei limiti del possibile sarebbe meglio intervenire, per i suddetti motivi, con un intervento in modalità flapless (senza tagli col bisturi) o con dei lembi di dimensioni ridotte. Ricordo inoltre che gli interventi di rigenerazione ossea (GBR o innesto) devono essere seguiti al meglio o evitati dove possibile. Inoltre una particolare importanza riveste anche il tipo di sutura: nel caso di un intervento a cielo aperto essa dovrà essere ermetica e senza tensioni per permettere una guarigione per prima intenzione (senza postumi). Il filo di sutura privilegiato è quello monofilamento per evitare che i batteri si annidino fra i vari fili presenti nelle suture polifilamentose.

 

La terza tipologia di problematica che si verifica in questi pazienti riguarda le varie complicanze legate ad una alterata glicemia, che può essere alterata in difetto o in eccesso.

Nel primo caso nei diabetici di tipo I o quelli di tipo II insulino-dipendenti si possono verificare problemi legati ad una bassa glicemia. L’insulina infatti è un potente ormone ipoglicemizzante e se non si segue un corretto dosaggio c’è la possibilità che si verifichi un coma ipoglicemico.

Mentre al diabetologo spetta il corretto dosaggio del farmaco, al dentista spetta la capacità di riconoscere i segnali precoci di una ipoglicemia (letargia, cefalea, capogiri, confusione mentale) ed essere dotato di tutti i presidi medici per rispondere a questa complicanza come ad esempio la soluzione glucosata. Questa complicanza si può prevenire evitando interventi troppo lunghi e con una corretta coordinazione fra odontoiatria e diabetologo curante.

I problemi legati alla glicemia in eccesso si possono verificare in tutti quei casi di diabete non compensato e comprendono la chetoacidosi (più frequente nel diabete di tipo I) e il coma iperglicemico iperosmolare. Entrambe le condizioni si verificano per valori di glicemia superiori ai 300 mg/dl e il forte stress di un intervento chirurgico può concorrere ad esse. Inutile ricordare che un intervento mini-invasivo in modalità flapless è di fondamentale importanza.

Bene, ora che hai scoperto che il diabete è pericoloso in virtù della glicemia elevata, ti starai chiedendo:

 

Si può ridurre la glicemia in modo naturale?

 

Fig. 4 Lo sport è uno dei metodi che aiuta a ridurre al meglio la glicemia nei pazienti diabetici di tipo II.

La risposta è sì, esistono diverse strategie per compensare la glicemia nel diabete di tipo II e a breve te le descriverò.

Prima però voglio dirti che il paziente diabetico non può essere sempre trattato: esistono infatti diversi gradi di questa patologia e possiamo distinguere due situazioni in particolare, a prescindere dal tipo di diabete (1 o 2).

Il paziente può avere un diabete compensato o scompensato: nel primo caso il paziente riesce a tenere sotto controllo la glicemia, nel secondo caso invece essa è piuttosto elevata.

Ad esempio in caso di diabete con glicemia superiore ai 200 mg per decilitro è assolutamente sconsigliato inserire gli impianti per tutte le complicanze che abbiamo precedentemente descritto.

Nel caso si riesca ad abbassare la glicemia, ad esempio al di sotto dei 150 mg/dl, sarà possibile poter trattare anche queste tipologie di pazienti.

Come promesso adesso andiamo a vedere alcuni accorgimenti per poter ridurre la glicemia nel diabete di tipo II, premettendo che questi sono solo dei consigli che non sostituiscono assolutamente il consulto di un diabetologo:

• L’attività fisica è consigliata: un’attività fisica moderata in caso di diabete di tipo 2 può favorire un miglioramento della insulino-resistenza portando quindi l’organismo ad avere una maggiore capacità di utilizzare l’insulina endogena.
• È consigliata una dieta sana ed equilibrata, evitando quindi cibi ricchi di zuccheri e preferendo dei cibi a basso indice glicemico o altre fonti di alimenti come le proteine o grassi. Questo per evitare di alzare la glicemia inutilmente.
• Una restrizione calorica ed il dimagrimento possono ugualmente aiutare nel diabete di tipo II. Ricordiamo che l’insulino-resistenza spesso è collegata ad altre patologie come l’obesità o la sindrome metabolica, tant’è che ormai l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha coniato il termine “diabesity”.

Fig. 5 Esempio di misurazione in tempo reale della glicemia. Essa costituisce una fotografia della condizione clinica del paziente diabetico

Se questi accorgimenti non funzionano è necessario farsi seguire dal diabetologo per una terapia farmacologica, dapprima con i farmaci ipoglicemizzanti e poi con l’insulina come ultima spiaggia.
Una volta che la glicemia scende sotto i 150 mg/dl a decilitro si può procedere successivamente a fare l’intervento.
La glicemia però rappresenta solo una “fotografia” degli zuccheri nel momento della misurazione, per questo motivo è molto più importante valutare l’andamento nell’ultimo periodo. Per farlo ci viene in aiuto l’emoglobina glicata.

 

Cos’è l’emoglobina glicata e come può aiutarmi a tornare a sorridere?

 

L’emoglobina glicata (o glicosata) è un valore sanguigno che indica l’andamento della glicemia nei due/tre mesi precedenti.
Il nostro organismo infatti contiene all’interno del sangue gli eritrociti (globuli rossi) che a loro volta contengono al loro interno l’emoglobina.

Una concentrazione elevata di glucosio scatena il fenomeno della glicazione dove una porzione di glucosio viene agganciata all’emoglobina e questo porta alla formazione dell’emoglobina glicata.

Esiste una stretta relazione matematica tra l’emoglobina glicata e la glicemia: i globuli rossi si ricambiano dopo circa 120 giorni di vita e per questo motivo possiamo valutare tramite l’emoglobina glicata l’andamento della glicemia degli ultimi mesi.

Fig. 6 Come sono fatti i globuli rossi? Nell’immagine puoi vedere una ricostruzione tridimensionale. L’emoglobina al loro interno consente di valutare la glicemia delle ultime settimane.

L’abbassamento della glicemia nei periodi precedenti e successivi all’intervento permette quindi di ridurre al meglio tutte le complicanze del diabete.

 

Ma come va affrontato l’intervento una volta che i parametri clinici sono stati ripristinati?

 

Ricordiamo che nei pazienti diabetici è sempre consigliato un intervento mini-invasivo e se possibile evitando interventi di rigenerazione ossea o di innesto osseo che potrebbero avere tassi di successo più bassi.

Una volta che il paziente è riuscito a compensare il diabete e la glicemia scende sotto i 150 mg/dl e l’emoglobina glicata conferma questi miglioramenti è possibile inserire gli impianti.

Il giorno dell’intervento dovranno essere presi diversi accorgimenti:

  1. Il paziente dovrà rispettare la corretta alimentazione ed evitare cibi ricchi di zuccheri;
  2. L’intervento dovrà essere effettuato di mattina dopo il consulto col diabetologo e subito dopo aver assunto la corretta dose di insulina;
  3. L’intervento dovrà essere mini-invasivo ed evitare, come detto prima e nei limiti del possibile, le tecniche di rigenerazione ossea e se possibile dovrà essere effettuato in modalità flapless (senza allestire un lembo);
  4. Il chirurgo dovrà, una volta effettuato l’intervento, andare a verificare che non ci siano alterazioni dell’emostasi che potrebbero portare ad una emorragia e tenere sotto controllo il paziente durante il decorso post-operatorio;
  5. Il paziente dovrà fare dei controlli molto più frequenti nei giorni successivi all’intervento per assicurarsi di avere una corretta guarigione;
  6. Infine è fondamentale avere una cura maniacale dell’igiene orale e utilizzare collutorio alla clorexidina (almeno al 0,20%) 2-3 volte al giorno per tenere sotto controllo la carica batterica e mettere il gel alla clorexidina nel sito della ferita chirurgica.

Ricordiamo in ogni caso che nel paziente diabetico, vista l’alterazione metabolica presente nelle cellule precorritrici della rigenerazione ossea, ci possono essere delle problematiche nell’osteointegrazione dell’impianto.

Nel caso l’impianto si fibrointegri (cioè si forma del tessuto fibroso e non osseo attorno ad esso) sarà necessario rimuoverlo e reinserirlo.

I pazienti diabetici inoltre devono prestare maggiore attenzione all’igiene della protesi ed eseguire più frequentemente i controlli e le sedute di igiene orale professionale.

L’abbassamento delle difese immunitarie porta infatti questi pazienti ad avere maggiori probabilità di sviluppare la perimplantite (infiammazione attorno all’impianto che può portare alla perdita dello stesso) che deve essere intercettata nelle fasi più precoci per essere curata.

 

Tornare a sorridere grazie ad ImplaSoft!

 

Per concludere quindi l’implantologia nei pazienti diabetici è più complicata rispetto ai pazienti sani, ma nonostante tutto si può eseguire con successo se si prendono questi accorgimenti.

Si può fare tanto per far tornare a sorridere i pazienti diabetici, l’importante è che il chirurgo e  il diabetologo lavorino assieme per ottenere i risultati migliori.

Ricordiamo che il diabete affligge quasi il 5% della popolazione italiana: stiamo parlando di 3 milioni di persone che meritano di essere trattate nonostante ci sia un taglio sui fondi nazionali per la cura di questa patologia.

Questa è la mia missione e sono qui ad aiutarti grazie all’implantologia mini-invasiva.

Proprio per questo motivo metto a disposizione il mio tempo e il mio impegno per te e se tu lo vorrai vorrei fissare per te o per un tuo parente diabetico una consulenza implantologica senza impegno in cui andremo a valutare il tuo caso e vedremo cosa possiamo fare insieme.

Per prenotarla non devi far altro che CHIAMARE lo 070974550 o se le linee sono occupate il 3245638347.

Con questo è tutto, un saluto e non vedo l’ora di risolvere il tuo problema e farti tornare a sorridere.

PS Sei iscritto nel gruppo di supporto Facebook degli Studi Dentistici Lampis? Se non sei iscritto ti consiglio di farlo cliccando nel link sottostante:

Dr Andrea Lampis – Il Dentista Informa

Buona permanenza!

Commenti

Cosa dicono di noi i nostri pazienti

Grazie alla gentilezza delle nostre assistenti e agli aggiornamenti in psicologia e gestione della paura siamo in grado di rendere gli interventi del tutto atraumatici per bambini e adulti. Andare dal dentista non è mai stato così piacevole!

  Prenota ora!